L’appoderamento di 10,500 ettari da parte dell’Opera Nazionale per i Combattenti (ONC), nell’area di competenza per la bonifica dell’Agro Pontino, ha comportato la costruzione tra il 1932 ed il 1934 di diverse centinaia di case coloniche ed annessi che insistevano su altrettanti poderi. Il podere costituisce, nell’ambito della bonifica integrale, l’anima delle nuove terre e delle città fondate che, specie in Pontinia, sono a servizio proprio dei coloni che vivono fuori dai centri abitati. Per diversificare il paesaggio, dal punto di vista architettonico, vennero progettate e costruite diverse tipologie di case coloniche, anche in ragione del numero degli occupanti al fine di poter realizzare strutture compatibili con le effettive possibilità di sfruttamento delle terre assegnate che variavano, in considerazione della posizione e natura del terreno, della fertilità, della raggiungibilità, della disponibilità delle risorse idriche ecc.