Posts Tagged ‘letteratura’

76 anniversario della fondazione del comune di Pontinia

Locandina convegno il mio nome è nessuno

Tra l’inaugurazione del MAP – Museo Agro Pontino di Pontinia cui pontiniaweb ha attivamente collaborato ed eventi culturali di rilievo come il festival della Letteratura e della Solidarietà “EquiLibri” Domenica 18 Dicembre a partire dalla mattina fino alla prima serata in occasione della ricorrenza del 76 anniversario della fondazione della città ci sono diversi eventi da non perdere. Ecco il programma. Alle ore 09.00 deposizione di una corona di fiori al monumento dei caduti di tutte le guerre ed ai pionieri della bonifica con allocuzione delle autoritá civile, militari e religiose accompagnate dalla banda musicale cittadina.

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Il conte di Montecristo e le paludi Pontine

Copertina del libro "Il Conte di Montecristo"

Copertina del libro "Il Conte di Montecristo"

Pontiniaweb.it continua nella raccolta di documenti, testimonianze che narrano la storia del comune di Pontinia ma anche del territorio dove sorge. Nella rilettura del capolavoro “IL CONTE DI MONTECRISTO” di Alexander Dumas ho (ri)trovato due citazioni delle paludi pontine che contribuiscono ad arricchire quanto in precedenza indicato a proposito dello stato e della natura di questi luoghi.

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Le paludi pontinie nella pittura e nella letteratura

Horace Vernet (1789 – 1863): Le paludi Pontine (1833)

Horace Vernet (1789 – 1863): Le paludi Pontine (1833)

Oltre che nella pittura, anche nella letteratura è descritto il fascino delle paludi pontine e le imprese di risanamento tentate e compiute per soggiogare questa indomita natura. Acquerelli, disegni, poesie e racconti sono disponibili nella sezione pontiniawebDOC per scoprire la natura del territorio dove poi sorgerà Pontinia e la altre città fondate a seguito del compimento della bonifica idraulica integrale.

La poesia dei tecnicismi – 1938 Marinetti

Dopo avere bevuto in velocità rombi e tonfi di motori a scoppio batteria di idrovore e motoaratrici fuor dall’incubo delle abolite paludi Pontine immenso prodigio geometrico e policromo di neonate messi sature di sole e fulgidi canali che infilzano l’orizzonte i futuristi Benedetta Brizzi Di Gese Carta Masnata Scrivo Scurto Sibò Trecca illustrano nel salone palestra della G.I.L. di Littoria questi principi

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Le paludi pontine nella letteratura

Statua della Dea Feronia a Cisterna di Latina

Realizzata dallo scultore Ernesto Biondi tra il 1885 ed il 1890, la “Bella Ninfa”, molto probabilmente la Dea Feronia che con il braccio destro innalza un ramoscello d’ulivo, è il simbolo della vittoria della bonifica sulla palude e quindi sulla malaria, rappresentata da una figura demoniaca incatenata e distesa sotto i piedi della dea. La forma tozza creata dai massi di granito e stalattiti del Trentino, allora Impero Asburgico, rappresenta una montagna con grotte e anfratti che emerge dalla palude prosciugata sorreggendo la dea Feronia (marmo h. 210) mentre schiaccia la malaria. space_whtLa base è costituita da una vasca circolare con gradinate. All'interno della vasca ed ai piedi del rilievo erano posti gruppi scultorei rappresentanti giovani pastori e loro bestiame. L'opera, un esempio di "realismo borghese" dell'Ottocento, risentì duramente dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale durante la quale la statua della dea Feronia venne decapita ma presto restaurata

La Feroniade è un poemetto iniziato da Vincenzo Monti nel 1784 in occasione dell’inizio dei lavori delle bonifiche delle Paludi Pontine intraprese da Papa Pio VI , impresa di sistemazione idraulica, immane per l’epoca, che, anche per gli sconvolgimenti politici, fu presto abbandonata. Il poemetto anch’esso interrotto, fu invece a più riprese continuato dal Monti che ci lavorò fino alla morte, quando era tuttora incompleto. Il titolo viene dalla ninfa Feronia, amata da Giove, ma perseguitata dalla gelosa Giunone che trasformò i campi abitati dalla ninfa in una malsana palude. Il poemetto riprende lo stile della poesia didascalico-georgica che aveva avuto un grande sviluppo nel settecento, ma si risolve principalmente in uno spunto per il racconto mitologico.

“La questione della Feroniade sotto il profilo testuale appare molto complicata: gli studiosi del Monti lo sanno. Concepita e avviata negli anni romani, l’opera fu infatti interrotta e ripresa in più occasioni durante il periodo milanese, come variamente attestano pagine dell’epistolario: tra il 1811 e il 1814 (nel triennio successivo e nel 1821 invece è documentata una stasi), ancora nel 1825 e subito in seguito; ma è lasciata incompiuta.1 Scrivendo da Milano a Samuele Jesi il 19 aprile 1827, un anno prima di morire, l’autore esprimeva tutta al sua mestizia per non avere più la forza intellettuale di percorrere l’ultimo esiguo tratto creativo, forse anche solo di una cinquantina di versi, che lo separava dal traguardo.2 Negli anni, anzi nei decenni, di lavorio al poemetto mitologico dovette comportare annodamenti di

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