La damanatio memoriae della tramontata ideologia del regime fascista e dei relativi simboli, ha condotto all’aborgazione dei fasci littori, divelti dagli edifici un pò in tutta Italia sebbene con modalità e sensibilità diverse, ed anche Pontinia è stata interessata, parzialmente, da questo “fenomeno” negli anni successivi alla caduta del regime ed all’avvento della neo-costituita Repubblica Italiana. In particolare proprio nella nuova toponomastica assegnata a Pontinia quale conseguenza della bonifica simbolica dei retaggi fascisti dallo stemma araldico fino al nome delle vie della città si riflette in parte la miopia di quel tempo che forse oggi, potrebbe essere, almeno in parte sanata da errori di valutazione ed ignoranza storica.Le due immagini seguente mostrano da un lato l’originaria toponomastica e piano regolatore del comune di Pontinia e dall’altro lo stato attuale della toponomastica.
Le due immagini seguente mostrano da un lato l’originaria toponomastica e piano regolatore del comune di Pontinia e dall’altro lo stato attuale della toponomastica.
Come si nota lo sconfortante processo di annichilimento ed oblio della storia spesso ha la sua valenza più pregnante proprio nei simboli che questa ha generato e dunque cancellandone i riferimenti si pensa possa essere cancellata spesso consacrandola al mito: un esempio che mi torna in mente è la frase latina “Chartago delenda est” (Cartagine deve essere rasa al suolo). C’è da dire che il fatto stesso di abbattere i simboli di un regime oppressore è esso stessa un’attività densa di significati simbolici. L’idea è quella che la storia, le circostanze e gli eventi che l’hanno generata a posteriori non possono essere cambiati ma metabolizzati e valutati criticamente nel loro complesso. E’ con questa convinzione che propongo di ripristinare l’antica ed originaria toponomastica di Pontinia, non certo per nostalgie che non mi appartengono, ovviamente in subordine a quella attuale tipo: Viale Italia, già via del re. In fondo la scritta sulla torre civica, come è giusto che sia, ancora campeggia ed è fortunatamente è sopravvissuta alle operazioni di restauro, sebbene con mattoni di un colore ed una foggia visibilmente diversi dagli originali) dell’intero plesso municipale ormai qualche decina di anni or sono. I tombini recano ancora le insegne e celebrano la nascita di Pontinia in quel particolare periodo che vedeva l’Italia pericolosamente ed inesorabilmente avviarsi alla guerra sebbene il Duce diceva che la bonifica della terra era la guerra che preferiva! Ritengo che la consapevolezza del territorio in cui uno vive passi necessariamente anche per la conoscenza ed una imparziale informazione storica necessaria per maturare quella coscienza civica di cui questi nuovi centri edificati e figli di quell’ideologia ancora soffrono e lamentano. Ebbene anche attraverso il ripristino dell’originaria toponomastica nella targhe civiche subordinata a quella attuale, che deve permanere per ragioni fin troppo scontate che non voglio neanche dilungarmi ad illustrare, può contribuire a comprendere meglio il valore, le origini ed il significato sul quale si fondava la missione civica di Pontinia come comunità ed idea.
Infatti risulta come l’originaria toponomastica del primitivo nucleo di fondazione di Pontinia restituisse alla memoria i nomi di personaggi storici che nel tempo avevano invano tentato di risanare questi territori dove oggi sorge Pontinia. A ben vedere, l’esaltazione del fascismo in tal senso e delle sue gerarchie è ridotta all’essenziale.
Di seguito riportiamo un elenco dove sono indicati i nomi delle originarie vie che innervano il centro storico con la relativa descrizione del personaggio e del nome successivamente assegnato ed lacune riflessioni a margine:
- Via dei Volsci, altrimenti nota anche come “lungobotte” visto che costeggia il canale della Botte, è tributata all’antica popolazione pre-romana che si era insediata in questi luoghi e che aveva, con dei sistemi di cunicoli, tentato di arginare il fenomeno dell’impaludamento di alcune zone paludose sopratutto a ridosso dei monti Lepini. E’ uno dei rari casi in cui la toponomastica originaria è stata mantenuta. E’ evidente come anche i costruttori dell’epoca avessero, malgrado l’influenza pregnante del Regime, ben presenti le vicende di questi territori e hanno voluto omaggiare chi li aveva preceduti nelle operazioni di bonifica ed insediamento in queste zone depresse.
- Viale Italia precedentemente si chiamava via del Re. Credo che nessuno si possa offendere se nella targa civica sotto la scritta che celebra il nome della nostra Nazione e che costituisce il viale di accesso istituzionale vostro che sfocia nella piazza principale dove si erge l’edificio comunale, si scritto già via del Re in considerazione che in altre regioni del nostro Paese abbiamo comuni con il nome di Vittorio Veneto, Margherita di Savoia, un riferimento al pregresso ordine monarchico quale forma di stato può soltanto arricchire le nuove generazioni che lo scoprono solo sui libri di storia che l’Italia prima dell’avvento della De Filippi, del Grande Fratello, è stata una monarchia e pure offesa da un regime totalitario senza per forza arrivare al 25 di Aprile, o al 2 di Giugno quando si celebrano rispettivamente la liberazione (resistenza) e la festa della Repubblica. Consapevolezza nel quotidiano ci viene da dire, anche un’occhiata distratta può contribuire a fare cultura e a maturare quella consapevolezza dei luoghi che abitiamo che tanto ci manca per rispettarli o magari parlare anche d’altro insieme alla Roma di Totti o all’Inter di Murihno!
- L’attuale via Napoli nell’originario piano regolatore disponibile nell’immagine sopra riportata, era intitolata a Appio Claudio Cieco ovvero il console Romano che costrui la via Appia, regina viarum, che insiste sul territorio di Pontinia a ridosso proprio del centro di fondazione e che nei lavori di costruzione e manutenzione nei secoli hanno interessato proprio il territorio dove sorge Pontinia che, pertanto, dal punto di vista storico a beneficiato incidentalmente della presenza di questo tratto rettilineo della via Appia noto anche come decennovio. Ritengo che tale nomenclatura sia sicuramente più pertinente della generica via Napoli che poco centra con la storia e delle origini del nostro territorio e di Pontinia in particolare oltre a restituire una dimensione antica ad una giovanissimo comune e dunque contribuisce a incuriosire e a porsi domande su ciò che ci circonda senza viverlo passivamente.
- L’intitolazione del prosieguo dell’attuale via Napoli, già via Appio Claudio Cieco (vedi punto 3), a Giulio Cesare, che non ha certo bisogno di presentazioni, è sopravvissuta ai giorni nostri. Nell’originaria toponomastica aveva anche un senso logico in quanto era il proseguimento di via Appio Claudio Cieco oggi Giulio Cesare che costituisce il prolungamento di via Napoli ha veramente poco senso logico e toponomastico. Ma perché abbiamo una via Giulio Cesare a Pontinia? Alcuni dicono per rievocare i fasti della romanità tanto decantati durante il fascismo che ne ha confezionata, invece, una di cartone. Io ritengo, e credo sia più condivisibile e storicamente documentabile e riscontrabile, che a Pontinia una via intitolata a Giulio Cesare ci sia nella misura in cui il console romano aveva progettato in epoca remota un intervento megalomane di risanamento delle paludi pontine e quindi anche del territorio dove oggi sorge Pontinia deviando il corso del fiume Tevere per garantirsi un altro accesso al mare. Un’opera titanica per quei tempi che il pugnale dei congiurati stroncò ancor prima di iniziare.
- L’attuale corso Europa, nell’originaria previsione del piano regolatore di Pontinia, era intitolata a Littoria (oggi Latina) il capoluogo di Provincia e sorella di Pontinia sorta qualche anno prima e con la quale, unitamente a Sabaudia, condivide la missione agricola dell’agro Pontino costituendo quel sistema di centri di servizio, poderi ed aziende agricole votato allo sfruttamento delle nuove terre e all’antropizzazione delle stesse per dare nuove risorse all’Italia del tempo.
- Analogamente a quanto indicato al punto che precede, l’attuale via Leonardo da Vinci, che insiste su un tratto della Migliara 48, era intitolata a Sabaudia anche per il fatto che proprio da quella via si raggiungeva l’altra sorella e stazione balneare di Sabaudia e la relativa maglia poderale. In questo caso assistiamo ad una vero ricorso storico. Infatti l’intitolazione di una strada al genio fiorentino di Leonardo non è del tutto avulsa alle origini ed alla storia del nostro territorio in quanto in epoca papale uno studio per un progetto di risanamento di queste zone fu affidato proprio a Leonardo. Riportiamo, per completezza e a titolo di mera curiosità, come una recente pubblicazione e convegno a cura di EROS CIOTTI hanno illustrato l’ipotesi di come lo sfondo della gioconda, l’opera celeberrima di Leonardo esposta al Louvre di Parigi, rappresenti proprio le paludi pontine o ne sia stato direttamente influenzato anche in considerazione dei resti di un ponte romano, noto in zona come archi di S. Lidano.
- Via Leone X e via Sito V sono i nomi delle vie che convergono in Piazza PIO VI dove si affaccia la Chiesa intitolata a S. Anna. La denominazione è stata mantenuta parzialmente nel senso che dai documenti che abbiamo consultato risultano invertite rispetto alla connotazione attuale che tuttavia mantiene un suo rigore e logicità tanto per il contesto religioso dove sono inserite quanto per il fatto che i pontefici citati si sono resi protagonisti di vari interventi di bonificazione e risanamento di questi territori.
- Piazza Roma è un’altro nome rimasto invariato ed è dedicato al piazzale antistante il serbatoio idrico di Pontinia. Il nome dedicato alla capitale dell’allora Regno d’Italia oggi Repubblica.
- Via IV novembre e via XIV Maggio sono ancora oggi esistenti come nomi ma assegnate a vie diverse dall’originaria previsione indicata nel piano regolatore che abbiamo consultato risalente alla fondazione della città. Entrambi i nomi delel vie si riferiscono ai vittoriosi eventi bellici della prima guerra mondiale e rispettivamente il bollettino della vittoria e, precedentemente, l’avvio delle ostilità nei confronti dell’impero Austro-Ungarico.
- L’attuale e lunghissima via della Libertà era, in origine, divisa in tre tronconi dedicati agli imperatori Domiziano e Traiano entrambi si reso protagonisti di tentavi di bonifica e manutenzione dell’assetto idrogeologico delle paludi pontine ed in particolare di quel tratto e dei terreni limitrofi della via Appia che attraversa il territorio dove oggi sorge il comune di Pontinia. Il terzo tronco dell’attuale via della libertà verso l’attuale via Leonardo da Vinci dove oggi è stata realizzata una rotatoria era, originariamente, intitolata alla camicie nere.
- L’attuale via Fedor Von Donat era intitolata a Cornelio Cetego tra i primissimi consoli romani ad occuparsi delle bonifiche delle Paludi Pontine. Fu proprio il console P. C. Cornelio Cetego che, per evitare i continui allagamenti di un tratto della via Appia, con grande impegno di uomini e mezzi fece realizzare un primo tratto del “gran fosso”, oggi noto come Rio Martino.
- L’attuale via Guglielmo Marconi era precedentemente intitolata, stando al piano regolatore della fondazione della città, a Basilio Decio Cecina che durante il regno di Teodorico, secondo dei Re barbari romani, attua con successo la prima opera di bonifica per acquisire la proprietà delle terre rese coltivabili senza alcun onere e provvedendo con mezzi propri. Le numerose testimonianze dell’epoca e le iscrizioni rinvenute a Mesa confermano il risultato raggiunto. Mentre una via intitolata a G. Marconi anche in quel contesto toponomastico non appare in armonia con le origini, la natura e la storia del territorio e del comune di Pontinia.
- L’attuale via Cavour risulta dal documento pubblicato nella rassegna stampa dell’epoca denominata come “via del duce”
Altre vie dell’originario nucleo di fondazione, come si evince dall’immagine sopra riportata, risultano intitolare ad altri pionieri della bonificazione idraulica integrale e ai predecessori come i numerosissimi papi cui sono intitolate le altre vie.
La proposta del portale pontiniaweb.it è, dunque, quella di integrare l’attuale toponomastica apponendo delle integrazioni alla targhe civiche che indicano i nomi delle vie e piazze con delle didascalie che conservino e tramandino la memoria storica dei luoghi e dei personaggi che l’hanno resa possibile tanto nel bene quanto nel male. Non una restauratio inutile e anacronistica a tinte fosche e nostalgiche ma una integrazione informativa che possa indurre a riflettere e ad acquisire quella consapevolezza e coscienza civica e storica dei luoghi che abitiamo. Come ampiamente illustrato sopra, il semplice fatto di interrogarsi sul perché una via o una piazza prima si chiamavano in un modo ed ora in un altro, impone necessariamente e di conseguenza una riflessione che conduce ad una conoscenza, un’informazione che il semplice passante, i più giovani o lo straniero altrimenti non avrebbe.
Comments
Posted On
Mag 25, 2011Posted By
Antonio RossiAvvalendosi dei commenti come strumento di estensione ed approfondimento di alcuni temi trattati nell’articolo ci corre l’obbligo di riportare un estratto dall’opera di Padre Silvio Buffoli “Dalla Palude a Pontinia” relativo proprio all’originaria toponomastica di Pontinia. Dopo la caduta del fascismo e la conseguente rimozione di ogni simbolo e riferimento evocativo di quel periodo/ideologia che, come la storia recente ha nuovamente testimoniato, accompagna la caduta di ogni regime anche la nomenclatura delle vie del Centro “storico” fu cambiata come riporta un passo dell’opera di padre Silvio Buffoli “Dalla Palude a… Pontini” (op. cit.)
“Piazza XXVIII ottobre, ora piazza Indipendenza, è un quadrato di m. 100 per 100. Nel mezzo un altro quadrato per poter delimitare la strada. Ai quattro angoli di questo quadrato interno, quattro aiuole con piante sempre verdi. [la piazza fu chiamata all’epoca di fondazione 24 Ottobre perché durante l’inaugurazione di Latina (già Littoria) fu annunciato che proprio in quella data sarebbe stato inaugurato il terzo comune dell’Agro Pontino Pontinia, cosa che invece avvenne il 18 Dicembre 1935 (n.d.a)]
Dalla piazza si dipartivano tre viali:
viale del Re, ora viale Italia, che in origine doveva arrivare fino alla Mig. 46 ½ d dove c’è il podere della famiglia Roma;
viale del Duce, ora viale Cavour;
viale Sisto V, che si prolunga verso la Chiesa.
In seguito furono tracciate altre strade attorno al Palazzo Comunale:
via F.V. Donat;
via R.Bombelli, ora IV Novembre;
viale delle Milizie, ora Mameli;
viale G. Cesare;
via Littoria, ora via Napoli;
via XXIV Maggio, ora via Marconi.
Attorno alla Chiesa:
via Sisto V a destra e via Leone X a sinistra;
via Innocenzo XI: partiva dalla via Littoria e arrivava all’incrocio con il viale Regina Elena;
viale Regina Elena; ora viale Libertà;
via A. Mussolini; ora via Garibaldi;
viale Camicie Nere; ora via D. Alighieri.
Successivamente la strada che univa la Chiesa e il Comune prese il nome di Luigi Razza; attualmente è Via Cesare Battisti.”
Posted On
Giu 22, 2010Posted By
Antonio RossiNel continuo studio della sotria del nostro territorio comparato con le analoghe fondazioni di città e borghi di servizio nell’Italia degli anni venti del Novecento, mi preme sottolienare come la damnatio memorie, che si riflette anche nella toponomastica, in altre città sia stata operata cons ensibilità diversa. Risulta, come indicato di seguit, che la convivenza del passato con l’attualità è possiible. Prendiamo il casso di Carbonia in Saradegna. La toponomastica della città evidenzia tutti i persoanggi illustri e meritevoli dell’Italia post-fascista e repubblciana intitolando anche una strada ai partigiani, alla costituzione che scorrono vicino a viale dell’Impero, via Balilla (che può essere interpretato non necessariamente nell’accezione fascista del termine ma in quella dell’inno nazionale autentica e precedente)o via della Vittoria termine sicuramente abusato nel periodo del Regime. Il passato ed il presente insieme perchè l’uno non ci sarebbe stato senza l’atro. La toponomastica racconta, per chi la sa leggere, la storia della città, la comunità locale che la anima e la caratterizza. Potrebbe essere un caso isolato? Lo stessa nomenclatura caratterizza le vie che percorrono Arborea dove è possible leggere la storia dell’Italia e della comunità locale attraverso le strade senza omissis dettati dal pudore antifascista che, non bisogna mai tacerlo, si è reso complice di efferati delitti contro l’Uomo e pene inferte all’Italia e patite da diverse altre popolazioni.
Posted On
Apr 15, 2010Posted By
Antonio RossiDall’immagine del piano regolatore pubblicato in occasione della fondazione di Pontinia sulla stampa dell’epoca, oltre alle considerazioni svolte sulla toponomastica e sull’opprtunità di integrare quella esistente con delle didascalie che informino dell’originaria nomenclatura di quella piazza o via, si evidenzia come erano previsti dei giardini pubblci di dimensioni geenrose nell’area oggi occupata dal residuto dell’industria di trasformazione Alimentare nota come “Arcobaleno”. Rileva, altresì, come l’inizlae previsione del piano regolatore contempalsse anche e giustamente un’area fiera quella che noi di pontinaiweb, sempre su un articolo in qeusto blog, abbiamo chiamto PontiniaEXPO. Se ci pensate quel piano regolatore era ben congeniato per rendere vivibile la città con questo ampio parco lungo il fiume antico. Questo ci restituisce anche una romantica visione citata nel libro di Giuseppe Pagano “Architetture e città durante il fascismo” dove “….Il Sisto, nelle sue sponde regolari, ha esso pure l’ampiezza e la silenziosità grave dei canali della Padania. Una stradetta alberata correrà nel senso del fiume, e sarà il Lungosisto di Pontinia: nelle notti tiepide le comitive andranno alla passeggiata all’argine, proprio come nei paesi del Po della Bassa” Una bella immagine fin qui tradita adoperiamoci perché accada!