Pontinia: architettura rurale o non-stile?

Riportiamo un estratto dal libro “Fascsimo e città nuove” di Mariani Riccardo edito da Feltrinelli relativo all’architettura del comune di Pontinia e del particolare periodo storico e sociale nel quale cadde la cerimonia dell’inaugurazone della città. Le poche pagine estratte dal libro, attualmente non più in commercio, sono basate sugli articoli dei giornali dell’epoca disponibili nella sezione “rassegna stampa d’epoca” del portale pontiniaweb.it. Di interesse la voce dell’architetto Pagano che pone Pontinia quale esempio da non seguire per le future eificazioni! [Mariani – Fascismo e città nuove – estratto]

Riportiamo di seguito, inoltre, un articolo a firma di Luigi Malerba tratto dall’archivio di “La Repubblica” del del 27 agosto 1989 pagina 30 sezione: CULTURA, dal titolo SCRITTORI E PALUDI.

UNA furbizia dei regimi totalitari, quando non decidano di ricorrere a metodi più sbrigativi, è sempre stata quella di indurre al consenso gli intellettuali con le lusinghe o la corruzione. Non sempre l’ operazione riesce del tutto. Frediano Sessi ha riesumato un breve testo scritto da Corrado Alvaro nel 1934 per conto dell’ Istituto di Cultura Fascista per celebrare la bonifica delle paludi pontine (Terra nuova, prima cronaca dell’ Agro Pontino, Claudio Lombardi editore, pagg. 85,lire 16.000, prefazione di Frediano Sessi): un’ operazione per metà letteraria e per metà documentaria.
Letto con il senso ecologico di poi il testo di Alvaro ci induce allo sgomento, ma non mi risulta che allora si sia levata qualche voce contraria, pare anzi che parecchi giornali stranieri plaudissero all’ impresa fascista. Il libretto di Alvaro, che aveva già pubblicato i racconti de L’amata alla finestra e Gente in Aspromonte, è senz’ altro una lettura istruttiva. Prima di tutto ci dà la misura di quanto fossero remoti una cinquantina di anni fa i problemi dell’ ambiente. La malaria infestava l’ Agro Pontino e si era dibattuto a lungo il problema come testimoniano i numerosi interventi di un altro scrittore, Giovanni Cena (l’ autore de Gli ammonitori), sulla sede allora autorevole della Nuova Antologia fra il 1910 e il 1914, con descrizioni della vita misera di quei luoghi e una attenzione particolare per l’ analfabetismo.
Un risanamento della zona si imponeva, ma il pionierismo fascista non va tanto per il sottile e fa tabula rasa dell’ ambiente naturale per fondare le città di Littoria, Pontinia, Sabaudia e i Borghi, che ancora oggi sono testimonianza di un’architettura infelice di un’ epoca infelice.
Nonostante alcuni tentativi di riabilitare questa romanità di cartone, e fra questi uno di Pasolini, lo squallore è ancora lì sotto gli occhi di tutti. Risanare voleva dire nel linguaggio fascista non soltanto prosciugare gli acquitrini, che costituivano un invaso
prezioso sia per le zanzare che per uccelli e animali acquatici, ma distruggere una vegetazione di cui resta a campione lo splendido e lussureggiante Parco del Circeo. Una testimonianza dello scempio ce la dà proprio Alvaro quando descrive l’ opera delle ruspe: Il bosco s’ è aperto, ed è tutto uno schianto d’ alberi e un intrico di radici all’ aria. Uno spiazzo è al posto di quegli alberi, la foresta più oltre è tagliata come una materia compatta e come se avesse franato. Altro che paludi.
Ma pare di capire che lo scrittore dell’ arido Aspromonte non fosse granché entusiasta di tutti quegli alberi messi con le radici all’ aria. SEMBRA anzi di intravedere fin da questo libretto l’assunto posteriore di Alvaro, ricordato da Frediano Sessi nella prefazione, che la civiltà è nemica della natura e quindi dell’ uomo. Un atteggiamento da non condividere ciecamente anche se i fatti più di una volta hanno dato ragione allo scrittore. Ma una volta superato lo sgomento ecologico, leggiamo il capitoletto intitolato Mussolini tra i pionieri e non sapremmo se metterci le mani nei capelli o ridere. Il Capo del Governo sale su un tavolo con una rosa infilata nella cintura per parlare ai 15 mila coloni dell’ Agro arrivati dal Veneto e radunati nella piazza di Littoria, con quella voce così recisa in cui ognuno trova quello di cui ha bisogno. E seguono i commenti della gente e dei giornalisti stranieri, un repertorio noto ma che ancora ferisce le nostre orecchie: E’ umano,supremamente umano, lui fa tutto, non gli sfugge nulla. Poi il cielo si rischiara dopo la pioggia e un giornalista americano commenta: Quando esce lui il tempo si fa buono. Lui è volta a volta Capo, Generale, Direttore d’ Orchestra, Padre di Tutti: Salutiamo nostro padre! grida un operaio tra la folla. Confermo: un piccolo libro istruttivo e ne raccomando la lettura, senza scandalo e senza ironia. I titoli dei giornali di questa estate torrida (effetto serra?) ci dicono che non sono scomparsi dal nostro pianeta né i rischi delle dittature (perfino dittatura della droga) né quelli della distruzione dell’ ambiente. – di LUIGI MALERBA

Comments

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Feb 05, 2010
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Antonio Rossi

Parlando dell’architettura “littoria” Pier Paolo Pasolini ebbe a dire: “Quanto abbiamo riso noi intellettuali dell’architettura di regime…. oggi proviamo una sensazione assolutamente inaspettata. La sua architettura non ha niente di irreale, di ridicolo. Il passare degli anni ha fatto sì che questa architettura di carattere littorio assuma un carattere, diciamo così, tra metafisico e realistico. Metafisico in un senso veramente europeo della parola, cioè ricorda mettiamo la pittura metafisica di De Chirico, e realistico perché, anche vista da lontano, si sente che le città sono fatte, come si dice un pò retoricamente, a misura d’uomo” L’intervento integrale lo potete trovare a questo link su youtube: http://www.youtube.com/watch?v=e6ki-p1eW2o

Posted On
Dic 24, 2009
Posted By
Antonio Rossi

La scarsa consapevolezza delle origini e della storia delle paludi pontine è in alcune parti evidente in questo articolo riesumato dall’archivio di “La Repubblica” del 27 agosto 1989 pagina 30 sezione: CULTURA, dal titolo SCRITTORI E PALUDI soprattutto quando si parla di architettura infelice e dell’ambiente “intatto” del Circeo la cui “selva” – invece – è stata impiantata proprio dalla Milizia Forestale.

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