A chi percorre in auto o in bus quel tratto della Via Appia che è noto come la “Fettuccia di Terracina” perché è un lungo rettilineo che si snoda per una quarantina di chilometri dall’uscita Cisterna di Latina fino alle porte della città tirrenica e che le dà appunto il nome, capiterà di osservare al km.53,800 i resti di un monumento funerario risalente alla prima metà del primo secolo d.C. e che è conosciuto come il “Mausoleo di Clesippo”. Quel sepolcro funerario è uno dei pochi resti dell’età repubblicana di Roma esistenti nel territorio di Pontinia che siano giunto sino a noi. Esso insiste su un’area chiamata “Posta di Mesa” e sorge al km.83,800 della Strada Statale ‘Appia’. Venne infatti eretto sulla storica Strada Consolare ‘Appia’ al 53° miglio dal Campidoglio, secondo la misurazione della viabilità dell’antica Roma. In quel sito esisteva già da allora una stazione per il cambio dei cavalli con annessa locanda destinata al ristoro e all’alloggio chiamata “Mutatio ad Medias”, dalla quale denominazione derivò poi in epoca rinascimentale il toponimo ‘Posta di Mesa’ che ne costitusce l’attuale nome ‘geografico’.
La “Mutatio ad Medias” era una importante stazione per il cambio dei cavalli con annessa locanda per la ristorazione e per l’alloggio dei viaggiatori dell’epoca. Si dice che vi fosse stabilmente anche una guarnigione militare con compiti di polizia locale. Quel nome latino venne in seguito trasformato in “Posta di Mesa” dopo la costruzione colà di un imponente edificio rinascimentale caratterizzato dalla presenza di botteghe di artigiani (maniscalchi, pezzi di ricambio per carrozze e riparazioni, selleria e similari), da locali (locanda) destinati all’alloggio per i viandanti e per la loro necessaria ristorazione nonché da stalle per i cavalli di cambio e per il riposo dei cavalli qui giunti stanchi.. Mentre l’attuale edificio rinascimentale, nel cui atrio sono murate tutte le iscrizioni latine e tutti i cippi rinvenuti durante i lavori della bonifica idrica del Settecento e del Novecento e della recente bonifica fondiaria dell’intero comprensorio pontino, è in buono stato di conservazione, il monumento funerario versa invece in un pietoso stato di abbandono e di desolazione. Esso è stato spogliato durante i secoli di ogni suo rivestimento, subendo persino un tentativo di demolizione durante le opere di bonifica intraprese nella seconda metà del XVIII secolo da Papa Pio VI. [estratto dalla Relazione esposta nella sala consiliare del Comune di Pontinia il 16 Gennaio 1997 in occasione della presentazione del Progetto “Mausoleo Di Clesippo” ad opera del Rotary Club Latina-Circeo a cura di Fernando Petrone]