Donazione all’istituendo museo civico di Pontinia

E fu così che l’inaugurazione di Pontinia ebbe una risonanza assai notevole non solo in campo nazionale ma anche all’estero. Il regime infatti colse l’occasione di questa inaugurazione per sbandierare ai quattro venti l’opera di bonifica delle aree palustri, a piena dimostrazione che il popolo italiano preferiva cavalcare queste battaglie, che molto enfaticamente erano dalla propaganda fascista chiamate di ‘civiltà romana’, invece di prestare l’orecchio ai venti di guerra i quali, in quei tempi, ‘correvano per i cieli di tutta Europa’, tanto per usare una frase che fu tanto cara alla stampa di regime. E fu così che sulle prime pagine della stampa quotidiana e nelle pagine dei periodici nazionali apparve tutta una serie di servizi giornalistici e fotografici di enorme evidenza presentati con grossi titoli ad otto colonne, unitamente a grande dovizia di immagini. Ma anche la stampa straniera non potette fare a meno di dare importanza all’evento fondativo prima e inaugurale poi di Pontinia.

E così Pontinia salì alla ribalta nazionale ed internazionale quando ancora non aveva mosso il suo primo passo nella storia.

Dal punto di vista mediatico l’inaugurazione di Pontinia fu molto più imponente di quella di Littoria e di Sabaudia, proprio per la coincidenza assai favorevole di quei fatti politici internazionali. E pensare che Littoria rappresentava la città del regime e Sabaudia, seconda nata, la città della corona reale reggente, mentre Pontinia, come si legge in un réportage della rivista mensile ‘Pro Familia’ del 21 gennaio 1935 dal titolo “Il terzo comune pontino”, era così definita:

“”Pontinia sarà più semplice e più rurale degli altri due paesi che l’hanno preceduta, il primo dei quali è destinato a sede della nuova Provincia di Littoria””

Ebbene, malgrado questa destinazione assai modesta assegnata alla nuova città, la risonanza di questa inaugurazione fu notevolissima, tanto che la sua eco venne riportata assai positivamente anche nella stampa francese con ‘Le Monde’ e ‘Le Figaro’ e in quella inglese con il ‘Times’ il ‘Daily Telegraph’ e il ‘Morning Post’. Cosicché la notorietà della neonata Pontinia ebbe subito grande risonanza in tutta l’Europa, proprio perché il ‘tam tam’ del  Regime aveva saputo costruire intorno ad essa una storia molto importante e dal grande sapore mediatico, politico e culturale, la quale, forse, andava ben oltre quei meriti ai quali Pontinia stessa avrebbe avuto diritto.

Ed è giusto comunque che l’attuale popolazione di Pontinia sappia come la sua città, allorché era appena ‘neonata’, sia stata per un anno, direttamente o indirettamente, al centro della attenzione dell’intera Europa, oltre che dell’Italia.

E proprio oggi, 18 dicembre 2009, nasce il Museo Civico della Città: è questo un avvenimento assai importante nella vita di una comunità, sia dal punto di vista culturale che sociale.

Il Museo Civico non è una semplice raccolta di pezzi o di cimeli. Esso è un importantissimo punto di riferimento della città intesa come cuore pulsante della sua vita. Ed è quindi, a mio avviso, giusto oltre che doveroso, che tutte le Istituzioni, i Centri di Studio e le Associazioni Culturali si diano oggi quel compito assai importante di ricercare con insistenza e con competenza le fonti della storia di Pontinia

E a questo proposito voglio qui sottolineare come il ‘nostro’ dottor Antonio Rossi spontaneamente abbia dato il ‘via’ a questa ricerca con una sua personale raccolta di originali fonti cartacee che egli intende oggi donare alla cittadinanza di Pontinia. Egli lo ha fatto perché spinto solo dall’amore per quella che è la sua città.

Sono ventuno cimeli, pochi come numero ma estremamente interessanti sia per il loro contenuto che per la loro autenticità. Ma sono soprattutto importanti perché essi possono costituire il primo nucleo museale della storia di questa città.

In quei cimeli è possibile leggere tutto quanto ho fin qui esposto e che non è altro che il travaglio della gestazione di Pontinia e poi l’impresa della sua realizzazione. Ed ecco quindi scorrere come in un vecchia pellicola i titoli vistosi, le didascalie, gli interi articoli descrittivi dell’evento, gli editoriali e i commenti politici. Ed è possibile anche vedere direttamente le numerose immagini fotografiche pubblicate, le quali sono molto interessanti e di alto valore iconografico per cui suscitano notevole interesse.

In questa raccolta di Antonio Rossi vi sono:

  1. le pagine di sette quotidiani italiani di epoca, e precisamente due de ‘Il Popolo d’Italia’, due de ‘Il Corriere della Sera’, due de ‘La Gazzetta del Mezzogiorno’, una de ‘La Gazzetta del Popolo’;
  2. le pagine di sei periodici illustrati italiani che esaltano la nascita di Pontinia nel quadro della delicata situazione politco-militare italiana e precisamente: ‘La Domenica dell’Agricoltore’, la ‘Pro-Familia’, ‘Il Secolo Illustrato ‘, ‘Lo Scandaglio’, la ’Illustrazione Italiana’ e, per ben tre volte, ‘La Domenica del Corriere’;
  3. due distinte pagine di due diversi numeri del periodico illustrato francese ‘L’Illustration’;
  4. un numero della rivista ufficiale del P.C.I. datato 1953 ‘Vie Nuove’, allora diretta da Luigi Longo, la quale non si riferisce alla fondazione o alla inaugurazione di Pontinia, bensì ad una ‘rivincita’ dell’acqua la quale, come titolava la corrispondenza, aveva ripreso i suoi territori avendo allagato per meri avversi motivi meteorologici le campagne ad est del Selcella nella notte tra il 27 e il 28 ottobre del 1953.

Ebbene, questa raccolta di stampa, la quale pur nella sua esiguità ha un notevole valore storico-cronologico, permetterà a chi avrà voglia di consultarla di verificare quel delicato contesto storico del triennio 1934-1935-1936 nel quale è stata volutamente ‘calata’ la inaugurazione della Città di Pontinia.

Pages: 1 2 3 4

Comments

Posted On
Ago 20, 2011
Posted By
Doriano

esiste un elenco dei poderi ONC di Latina con il nome delle famiglie assegnatarie?

Leave a Reply