Dopo avere bevuto in velocità rombi e tonfi di motori a scoppio batteria di idrovore e motoaratrici fuor dall’incubo delle abolite paludi Pontine immenso prodigio geometrico e policromo di neonate messi sature di sole e fulgidi canali che infilzano l’orizzonte i futuristi Benedetta Brizzi Di Gese Carta Masnata Scrivo Scurto Sibò Trecca illustrano nel salone palestra della G.I.L. di Littoria questi principi
Compito della poesia e delle arti è sempre quello di idealizzare l’universo verbalizzarne riplasmandone e sonorizzandone i pensieri le forme i colori i suoni i rumori i profumi e i tattilismi
Coll’avvento soprannaturale della macchina l’universo si è arricchito della velocità aritmetica geometrica algebrica di un lavoro che si sforza di essere sempre più autonomo sganciato
Nuovo compito della poesia e delle arti nell’Italia Imperiale Fascista figlia della Guerra Veloce quello di organizzare con proficua distribuzione d’intuiti e sforzi creativi quindi a gruppi corporativamente l’idealizzazione dei singoli lavori concettuali amministrativi manuali meccanici
Il nostro tempo Italiano è caratterizzato da un forte patriottismo guerriero che diventa religione della Patria da un forte tormento economico e da un forte tecnicismo meccanico chimico organizzativo
I ventenni cerebrali tristi di non aver partecipato alla preparazione ideologica sentimentale ed eroica dell’Impero rifugiano la loro orgogliosa volontà delusa in un sapiente pessimismo sezionante
l ventenni istintivi sfogano la loro bella febbre di creazione nello sport e nella poesia tradizionale
I ventenni potenti ed equilibrati abbracciano il tecnicismo meccanico chimico con fede futurista nell’Impero creatore e con sicura ispirazione trasfiguratrice ed esaltatrice
Senza la sovrapposta retorica delle verbalizzazioni e plastiche e musiche usate e senza l’ormai rancida simbologia dell’aratro dell’aquila della falce dell’incudine del martello abolita dagli aeroplani seminatori dalle centrali elettriche dai magli idraulici e dalle motoaratrici vogliamo direttamente scavare ogni lavoro nella sua tipica tecnica e nella sua tipica produttività per estrarne i brividi della poesia
Quindi a gruppi corporativamente alcuni idealizzano chimica e industria (Marinetti nel Poema della luce tessuta Folgore in Sensazione fisica di materia Notari in Romanzo d’un bilancio di podestà Buzzi in Popolo canta così Farfà in Tuberie e Tenerezze fresatorie Tullio d’Albisola in Cerantiche Civello in Aviazione) altri idealizzano commerci finanza e agricoltura (Azari nell’Impiegato di banca Marinetti nel Poema del Porto di Rotterdam Marinetti Buzzi Govoni Masnata Scurto nei poemi su Gli affari del Porto di Genova Scurto nel Poema della risaia Giardina in Quand’ero pecoraio e Buccafusca in Tecnica d’una cordata) altri idealizzano la tecnica di guerra (Marinetti nell’Aeropoema del Golfo della Spezia e nel Poema Africano della 28 Ottobre il maestro Pratella nell’Aviatore Dro il maestro Giuntini in Battaglia di terra mare cielo il maestro Brizzi nella Gioia dei mitraglieri e orgoglio dei chimici) Pino Masnata idealizza l’anatomia nella Poesia dei ferri chirurgici
Forse per la incapacità dei poeti passatisti che tentarono di elogiare il lavoro questo è tuttora avvolto in una sensibilità di asprezza fatica noia sacrificio teso a rallegrarsi per il tubo di scappamento della vacanza domenicale
Esiste una specie di poesia romantica della domenica alla quale bisogna contrapporre una poesia del quotidianismo metallurgico chimico aratore ragioniere giuridico ecc
Ma bisogna anche abbandonare il tema impreciso del lavoro subito assorbito dalla retorica ed entrare nel vivo delle tecniche diverse con i relativi utensili ispiratori ognuno con la sua nomenclatura da vivificare e con la relativa sensibilità specializzata destinata se si vuole a stemperarsi sulla vita e sugli ambienti circondanti d’ogni lavoratore
Dapprima vi saranno i poeti rivelatori e abbellitori dei singoli tecnicismi ma si giungerà presto a tale potenza di ispirazione scaturente da ogni tecnica che un giorno i lavoratori e i loro utensili sprizzeranno fuori autopoeti a scintille
Obiezione prevedibile si metterà in dubbio la possibilità di nobilitare un certo numero di lavori giudicati prosaici monotoni grigi quindi privi di poesia
I futuristi rispondono non fu difficile ai poeti del passato estrarre poesia dalle rovine dalle paludi malariche dal deserto e dalla donna
E’ indiscutibile che una bella donna è per se stessa un vivo poema interessante ma da questo primo stato d’ammirazione all’altezza siderale dove talvolta i poeti collocano la donna vi è una esagerazione che dimostra la potenza miracolosa della fantasia
In quanto al deserto che significa in realtà un vuoto arido e monotono non esiste fuori di esso maggiore prova dei poeti che seppero inventare uno speciale turismo letterario arricchendo di poesia fatiche tediose assoluta mancanza di varietà di colori e di forme disperate malinconie sotto le stelle puzzo nauseante di bivacchi e tende fra i cammelli assenza di comode ritirate presenza degli sterchi mancanza di dissetanti dissenteria in agguato indolenzimento degli arti noia di conversazioni annoiate dall’assoluta ripetizione delle poche emozioni visive
Questa sensibilità infelice ci sembrava tollerabile prima di Vittorio Veneto è assurda nell’Impero
Valutiamo nella antologia recentissima “Splendore della Poesia Italiana” a cura di Corrado Covoni le diverse percentuali dei motivi ispiratori di tutta la poesia italiana e troviamo l’80% di amore platonico volutamente e sistematicamente infelice disperato deluso il 10 per cento di agonia tisi rovine e paludi il 10 per cento di eroismi militari cantati da incompetenti sedentari
Quasi non esiste poesia della gioia concretata dell’amore conclusivo della guerra combattuta del lavoro personalmente raffinato
Per raggiungere un’efficacia la poesia dei tecnicismi deve nel magnificare ogni singolo lavoro manifestare le seguenti qualità 1° ottimismo antinostalgico 2° semplicità antiretorica 3° originalità 4° varietà 5° intensità 6° dinamismo 7° sintesi 8° tipico tattilismo 9° tipico olfattismo 10° tipico rumorismo